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Il più bell'anello dei Monti Sibillini
Attrezzatura
Fotocamera: Nikon D750 |
- Prima di partire
- Verso Forca Viola
- Passeggiando sulle creste
- La discesa ai laghi
- Sulla via del ritorno
- Conclusioni e suggerimenti
- FAQ
Il titolo dice tutto. Ammetto di non conoscere tutte le passeggiate dei Monti Sibillini ma non ho dubbi nell'affermare che questo sia il giro più spettacolare. In questo articolo vi racconterò la passeggiata che conduce ai Laghi di Pilato passando per Forca Viola. Si tratta dell'unico percorso panoramico tra i tre disponibili ed offre delle viste imperdibili sia sui laghi che sulla piana di Castelluccio. E' ideale inoltre per gli amanti degli anelli ovvero per chi preferisce evitare di ricalcare i propri passi e vuole godere di nuovi punti di vista anche sulla via del ritorno.
Dopo la prima escursione ai Laghi di Pilato, che ha acceso la mia passione per la montagna, ho deciso di ripercorrere lo stesso sentiero per ammirare ancora una volta i bellissimi panorami che avevo incontrato qualche anno prima.
Sotto come di consueto trovate la mappa del trekking.
- In verde il punto di partenza (e di arrivo)
- In rosso alcuni punti di riferimento sul percorso dell'escursione
- In arancio altri punti di riferimento, che però NON sono sul percorso dell'escursione
Questa volta mi sono munito di navigatore GPS in modo da poter mostrare il tracciato in modo dettagliato, con tanto di profilo altimetrico per dare qualche informazione in più a chi vuole affrontare questa passeggiata. Sotto trovate anche i link per scaricare la traccia nei formati più popolari. Se invece volete altre informazioni su questa escursione e su Castelluccio di Norcia potete leggere i miei precedenti articoli Da Castelluccio di Norcia ai Laghi di Pilato e Castelluccio di Norcia.
tracciato TCX | tracciato KML | tracciato GPX |
Sviluppo piano: 22.9km |
Altitudine minima: 1318m |
Prima di partire
Prima di partire alcune rapide raccomandazioni. Come avete visto si tratta di un'escursione lunga e con un dislivello non indifferente. Probabilmente nella descrizione del mio precedente articolo l'ho sottovalutato un po', forse a causa dell'entusiasmo. Affrontatelo con le dovute attenzioni: un'adeguata preparazione fisica, scarpe ed abbigliamento adatti (inclusi occhiali da sole, un cappellino ed un k-way) e protezione solare. Molto utile un paio di bastoncini per aiutarvi nei tratti più impegnativi. Inoltre guardate le previsioni prima di partire e tenete sempre d'occhio il cielo.
Lungo il percorso troverete solo qualche fontana dove si abbevera il bestiame, e comunque solamente fino a Capanna Ghezzi, a circa trenta minuti dalla partenza, quindi portate con voi una buona quantità d'acqua. Non ci sono rifugi percui è indispensabile pranzare al sacco, con i classici panini che potete farvi preparare a Castelluccio. Dato che gli alimentari non aprono prestissimo vi conviene prendere i panini la sera prima e lasciarli in macchina, tanto anche d'estate la temperatura notturna è più o meno quella del frigorifero. Così ci ha consigliato di fare la signora del negozio e così abbiamo fatto.
Verso Forca Viola
Non sono ancora le sei e mezza quando terminata la colazione usciamo per dirigerci verso il punto di partenza. L'aria è decisamente fresca e la piana è ancora avvolta da una fitta coltre di nuvole. Saliamo in macchina e scendiamo in direzione Forca Canepine. Dopo circa un chilometro, poco dopo un tornante, ci fermiamo nel parcheggio che si trova sulla destra, dove scendiamo dall'auto e ci prepariamo. Lasciato il parcheggio scendiamo ancora per poche decine di metri ed imbocchiamo la strada sterrata sulla sinistra. Probabilmente conviene lasciare la macchina direttamente qui dato che al ritorno abbiamo notato che il parcheggio lungo la strada, sebbene deserto, è riservato ai camper. Percorriamo pochi metri ed incontriamo un pannello con la mappa della zona dove è indicata anche la prima parte del nostro sentiero: E17, se ricordo bene. Si tratta della traversata che porta a Foce, ma il primo tratto è comune.
La nostra prima tappa è Capanna Ghezzi. La struttura non è un vero e proprio rifugio ma è dotata di una stanza dove possono dormire i soci del CAI. Sebbene non sia visibile da Castelluccio potete capire dove si trova cercando un grande albero che non faticherete a scorgere in direzione Forca Viola. Capanna Ghezzi è in una posizione molto comoda per chi vuole affrontare giri particolarmente lunghi e vuole risparmiarsi una trentina di minuti di cammino.
Ci avviamo lungo il sentiero che si perde nella nebbia. L'aria è tagliente, non è certo quella torrida di qualche giorno prima a Fermo. Sentire finalmente un po' di fresco è un grande sollievo e fa venir voglia di camminare. Intorno a noi la natura si sta risvegliando. Ai bordi della strada i grilli incominciano a saltare qua e là mentre qualche lumachina striscia lentamente sui fili d'erba ancora bagnati dalla rugiada.
Il percorso verso Capanna Ghezzi è in leggera salita e si sviluppa interamente lungo una strada percorribile anche in auto ma di fatto chiusa al transito. Anziché seguire la strada se ne può tagliare un tratto risparmiando così qualche minuto. Mentre procediamo avvolti dalla foschia scorgiamo ad un certo punto un gregge di pecore, fermo a breve distanza da una roulotte da cui poco dopo esce il pastore. Continuiamo ancora per pochi minuti fino a raggiungere Capanna Ghezzi. Procediamo oltre incominciando a salire in modo più deciso. Incontriamo quindi un cartello ad un bivio. Dritti si va a Foce ma noi giriamo a destra e ci dirigiamo verso Forca Viola. Alle nostre spalle finalmente le nuvole si stanno alzando scoprendo la piana di Castelluccio. Lo spettacolo merita qualche scatto e così ci fermiamo per fare qualche foto.
Il sentiero prosegue costeggiando i dolci pendii delle montagne fino al grande prato in corrispondenza di Forca Viola. Siamo a circa 6km dalla partenza e siamo saliti per un dislivello di quasi 600m ma ci aspetta ancora un bel po' di fatica.
Passeggiando sulle creste
L'anello vero e proprio parte proprio da Forca Viola. Di fronte a noi la discesa che percorreremo al contrario tra qualche ora, mentre sulla destra il sentiero sale a zig-zag per raggiungere le creste. Nel prato noterete molte stelle alpine, che qui crescono numerose. Ci rimettiamo in marcia mentre qualche altro escursionista ci raggiunge e ci supera ma la salita è faticosa e così continuiamo ad alternarci alla guida, sopravanzando i nostri compagni per poi cedere il passo poco dopo.
Raggiungiamo prima la quota 2247m di Quarto San Lorenzo e poco dopo la Cima dell'Osservatorio, cento metri più in alto. I laghi non sono ancora visibili ma a questo punto abbiamo percorso quasi tutto il dislivello in salita. La giornata è abbastanza limpida anche se qualche nuvola minacciosa di adagia sulla cresta dando vita a due paesaggi completamente diversi: a destra la vista spettacolare della piana di Castelluccio ed a sinistra la valle che scende a Foce tappezzata di chiazze chiare e scure a causa delle nuvole.
Facciamo una breve pausa per rifocillarci e recuperare energie, quindi ripartiamo per l'ultimo sforzo che ci porta nel punto più alto di questa escursione: la Cima del Redentore, a 2448m. Da qui il sentiero si biforca: a destra prosegue lungo la cresta iniziando a scendere verso Forca di Presta, mentre a sinistra una sottile striscia si districa tra le pietre per qualche centinaio di metri fino a Pizzo del Diavolo. E' bene precisare che quest'ultima variante non permette la discesa ai laghi e qualora decideste di percorrerla dovrete poi ritornare sui vostri passi. Sono curioso di ammirare la vista da Pizzo del Diavolo ma le condizioni del cielo che si fa minaccioso ed il sentiero che mi pare impegnativo mi fanno desistere anche questa volta. Sarà per la prossima. Dopo esserci fermati a mangiare quel che resta dei nostri panini riprendiamo il cammino ed iniziamo a scendere tenendo la destra.
Il sentiero si inerpica nuovamente per un breve tratto per raggiungere la Cima del Lago, a quota 2422m. I laghi sono ormai visibili sulla sinistra: due chiazze verde-blu si distinguono chiaramente sullo sfondo grigio delle pietre che li circondano. I ghiaioni sono segnati dalle tracce dei sentieri e gli escursionisti che sono già giunti a destinazione appaiono come dei piccoli puntini. La salita verso Cima del Lago è faticosa e poco segnata, nel dubbio tenete sempre la destra. Una volta reggiunta la cima vedrete il Rifugio Zilioli, che di fatto è una piccolissima struttura non attrezzata (non so neanche se sia accessibile). E' sabato e sono molti gli escursionisti della domenica (scusate il gioco di parole) che salgono in processione da Forca di Presta, il percorso più conosciuto e più calcato. Se sul sentiero da Forca Viola abbiamo incontrato solo una dozzina di persone ben presto dovremo abbandonare la nostra passeggiata meditativa per unirci alla mandria che rumorosamente procede nel suo pellegrinaggio verso i laghi. Anche la discesa da Cima del Lago al Rifugio Zilioli è ripida e faticosa ma ormai la meta è visibile e dopo un ultimo sforzo il terreno si fa finalmente morbido, ricompare il prato ed intorno a noi la civiltà. Ovviamente si fa per dire. C'è gente dappertutto. Come formiche si muovono qua e là ma a differenza delle formiche schiamazzano fastidiosamente. Qualcuno addirittura si fuma una sigaretta. Sembra di essere al centro commerciale. A dire il vero con grande sorpresa ho trovato qualche mozzicone anche lungo le creste. La volta scorsa era un martedì ed era tutta un'altra cosa ma non si può avere tutto.
La discesa ai laghi
Se pensate che sia finita qui vi sbagliate. Siamo solo a metà del percorso ed anche la discesa dal Rifugio Zilioli ai laghi è ripida e faticosa. Si scende dapprima percorrendo un prato ai piedi di Pizzo del Diavolo, che ora possiamo ammirare da sotto, e poi tra le pietre lungo il fianco della montagna. Insieme a noi scende una signora che precede un gruppetto a cui comunica a gran voce le indicazioni. In realtà non fa altro che dire di stare attenti e si preoccupa che alle sue spalle ci siano tutti, come se fossimo su di una barca in procinto di affondare nel mare in burrasca. Sfortunatamente stiamo solo percorrendo un sentiero di montagna in discesa in una bella giornata di sole e le probabilità che venga inghiottita, lei sì, dalle onde del mare sono purtroppo nulle. Riusciamo a distanziarla anche se continuiamo a sentire le sue preziose indicazioni, finché la sua voce si perde nel rumore delle centinaia di persone che hanno già raggiunto i laghi.
Per molti è il momento di maggiore soddisfazione e tutti si scattano un selfie con i laghi sullo sfondo. Ammetto che nel clima da centro commerciale anche noi ci facciamo sopraffare. L'altra principale attrazione per il popolo del fine settimana sono ovviamente i gamberetti che vivono e si riproducono nelle calme acque dei due specchi d'acqua. E via alla caccia della foto da mettere su FB per mostrare il microscopico crostaceo praticamente invisibile, convinti che i like siano conseguenza del suo riconoscimento ma inconsapevoli del fatto che derivino dall'apprezzamento per il colore delle acque dei laghi.
Come ormai tutti sanno le uova dei chirocefali del Marchesonile vengono deposte nei pressi delle rive dei laghi e restano talvolta fuori dall'acqua quando i laghi si ritirano. Ma vuoi mettere fotografarli da vicino? E se poi si estinguono tanto meglio, ho la foto su FB. Fortunatamente un paio di agenti della forestale ricordano al gregge di non avvicinarsi troppo ed indicano i punti dove è possibile raggiungere la riva senza minacciare la preziosa specie.
Dopo esserci riposati ed aver mangiato ancora qualcosa lasciamo finalmente il rumoroso gruppo per fare ritorno a Forca Viola.
Sulla via del ritorno
Lasciamo i laghi alle nostre spalle ed imbocchiamo il sentiero in direzione Foce. Sulla sinistra, sotto Pizzo del Diavolo, scorgiamo un gruppetto che cammina verso i piedi della montagna, dove si intravede una grotta. I più attenti ci avranno fatto caso guardando attentamente la foto sopra. E' lì che alcuni alpinisti passano la notte per poter iniziare ad arrampicare la mattina presto. Incrociamo qualche escursionista che ha percorso tutta la valle e si appresta a raggiungere la meta ma ben presto ci spostiamo sulla sinistra per costeggiare la montagna e procedere in leggera salita lungo il ghiaione. Le tracce sono più di una ma tutte ad un certo punto si ricongiungono. Gli schiamazzi terminano ben presto e torna il silenzio. Ogni tanto mi volto indietro e mi guardo intorno per ammirare il paesaggio. Le cime percorse poche ore prima sono ormani completamente coperte dalle nuvole ma sulla valle il cielo è solo leggermente velato, quanto basta per rendere l'aria più leggera ed il cammino meno faticoso. Dopo aver superato l'ennesimo fianco della montagna giungiamo finalmente ai piedi di Forca Viola, dove ci attende la ripida salita che con stretti tornantini destra-sinistra ci riporta al grande prato che avevamo lasciato la mattina. Arrivati in cima abbandoniamo tutto ad un tratto la zona d'ombra e ci accoglie un caldo sole che già si sta abbassando. L'aria è mite, i colori caldi, gli spazi si fanno nuovamente ampi e si prova un grande senso di libertà e di sollievo. Il più è fatto e da qui la strada è tutta in discesa, ancora un po' lunga ma piacevole.
Lungo la discesa incrociamo un gruppetto che munito di tenda si accinge a raggiungere i laghi per trascorrervi la notte. Stanchi ed assetati arriviamo a Capanna Ghezzi, dove con grande sorpresa troviamo un piccolo punto di ristoro all'interno di un locale che la mattina era chiuso. Prendiamo qualche bibita che beviamo avidamente e ci sediamo nel prato a goderci qualche momento di riposo all'ombra dei pochi alberi. Guardo in alto le creste e come la volta scorsa ripenso alla strada percorsa, alle bellissime viste ed alla soddisfazione di aver camminato lungo le creste.
Arriva infine il momento di rimettersi in marcia lungo gli ultimi tre chilometri che ci dividono dal parcheggio e dal termine di questa magnifica escursione.
Conclusioni e suggerimenti
Se siete alla ricerca di una passeggiata panoramica nei pressi di Castelluccio di Norcia questa escursione è ciò che fa per voi. Il percorso da Forca Viola è il meno affollato ed anche nelle giornate di maggior affluenza incontrerete pochissima gente nel tratto fino al Rifugio Zilioli.
Per qualche altra informazione consultate il precedente articolo Da Castelluccio di Norcia ai Laghi di Pilato.
Se avete domande o commenti potete usare la sezione qui sotto o scrivermi via email.
FAQ
Dove posso trovare il tracciato GPS di questa escursione?
Puoi scaricarlo direttamente qui in formato formato TCX, il formato KML o il formato GPX.
Per le altre FAQ vi rimando alla pagina del precedente articolo Da Castelluccio di Norcia ai Laghi di Pilato.